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bella la vita

 

... Se mi metto a sfogliare il percorso di Gianni Ronconi attraverso le sue immagini, dall’alba al tramonto, vedo il ritmo della vita, quella vera che esiste ancora, nelle terre di provincia, nei paesi e nelle campagne.

C’è un linguaggio, quello del bianco e nero, e c’è un ritmo, quello dolce delle brevi giornate invernali in Casentino e delle estati fresche e luminose.

 

C’è la vita, la curiosità, ci sono i bambini che tirano la fune e i vecchi sorridenti che si inquadrano tra le finestre, in mezzo ai colonnati, davanti ai tabernacoli; ci sono i gruppi di persone che si conoscono, che comunicano tra di loro, che passano il tempo, ci sono i giovani del calcetto, i frati, le suore, la banda di paese...

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...Sembra poco? Non lo è , anzi è tutto quello che oggi manca alla felicità, è la narrazione per immagini che ci si aspetta quando andiamo in soffitta a cercare i vecchi album, è quello che è richiesto alla fotografia, all’origine di tutto: immortalare i ricordi...

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Nicola Ughi

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...Bella, la vita non è il suo nuovo libro di fotografie. E' il manifesto del suo modo di vedere la vita, utilizzando la foto come uno strumento per riprodurla e allo stesso tempo ringraziarla.

Che un contadino lavori nel campo, che la banda suoni una marcia, che il paese si riempia di gente per la festa  o di silenzi per i suoi infiniti lunedì, la prospettiva non cambia: c'è un fascino segreto in ogni momento, basta fermarsi un attimo, basta sgombrare la mente, basta aprire il cuore.

Bella, la vita più che un libro di foto diventa così un cammino spirituale: ogni sguardo riprodotto, ogni scena di vita semplice, vita di campagna, vita di paese, è in realtà una piccola preghiera senza parole, scritta perché noi possiamo recitarla anche solo dedicandole la nostra attenzione.

 

Un libro intenso, fasciato di luce, un libro dell'anima, insomma. Dirò di più: un libro che fa bene: quando ci sentiamo travolti dall'apparente grigio del nostro quotidiano, queste pagine possono infatti svolgere un effetto terapeutico, perché ciò che è banale ai nostri occhi, non lo è per gli occhi della vita. Quelli a cui Gianni si ispira. 

Penso a cinque meravigliose righe di Erri De Luca, in piena sintonia con tutto questo.

“E quando mi piglia di sentire che il mio tempo è poco - scrive De Luca - penso a quello che sta scorrendo intanto nel molto del mondo e passa accanto al mio: sono alberi che stanno scrollando pollini, donne che aspettano una rottura delle acque, un ragazzo che studia un verso di Dante, mille campanelle delle ricreazioni che stanno suonando in ogni scuola del mondo, un vino che ribolle di travaso e tutto sta avvenendo insieme a me e così il mio tempo si allea con il loro per diventare molto”.

 

Un tempo alleato, una vita che ribolle, una insaziabile voglia di raccontarla.

C'è tutto questo nel cammino di Gianni e nei suoi libri. E' un mondo in bianco e nero, ma zampillante di colore e di calore.

E' un mondo fatto di piccole cose, le più essenziali. E' il mondo di Gianni, fotografo per amore.

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Massimo Orlandi

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Si dice che la bellezza si manifesti solo a chi la merita, a chi la sa riconoscere, oltre che cercare. E a lui sembra dispiegarsi in ogni occasione. Nell’attimo perfetto che ognuno di noi vive in un momento qualsiasi, senza forse nemmeno saperlo. Nelle forme della Natura e del paesaggio in cui l’armonia si manifesta, e da cui quasi mai i soggetti delle foto sono staccati o indipendenti. Sono attimi di connessione. Gianni li coglie. Non importa dove, se fuori dalla porta di casa, attorno al paese di Castel San Niccolò, o in un girovagare libero fra il Casentino, Firenze, Napoli, Barcellona come in questo ultimo lavoro.

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Saltando sul tempo e sullo spazio, è il sentimento dell’autore che ci guida. Quando si segue il cuore o l’istinto, la logica e la linearità sembrano decadere. In realtà la base logica della narrazione c’è, è costruita su un preciso (e riuscito) escamotage: il fotografo ci invita a scoprire le assonanze, a seguire le analogie, i rimandi, gli accostamenti. Ci stuzzica a cercare il filo rosso nelle forme, nei dettagli, nei concetti, negli oggetti, nei colpi d’occhio. Come una filastrocca, come quei libri di carta tridimensionali creati per meravigliare i bambini (tra l’altro qui grandi veri protagonisti), che voltando pagina, ritrovano la figura della pagina precedente inserita in un nuovo contesto, parte di una storia nuova da raccontare. Sì, nello stile di Gianni. Ma meno inno. Molto più lieve.

Come una canzone. Forse il titolo del libro (che verrebbe da cantare come Renato Zero in uno dei suoi capolavori), non è casuale. Con le proprie regine ed i propri re, Gianni Ronconi celebra la vita. Lei scorre e se ne va, ma lui fa in tempo a immortalarla sempre, nel suo momento perfetto.

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Mariella Dei 

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